Come ti ho fatto vedere nella scorsa puntata della nostra cronistoria su come ristrutturare un appartamento a questo punto i muri sono tutti scassati, gli impianti sono impostati e tutto procede a gonfie vele.
Rispettando (quasi) il cronoprogramma che prevedeva 40 giorni per realizzare il tutto.
Mentre ti scrivo mancano 10 giorni alla consegna dell’appartamento da contratto e la situazione è questa:
Un ammasso di infissi accatastati!
A parte gli scherzi in realtà rispetto a quanto abbiamo visto nell’ultimo articolo i lavori sono andati avanti rapidamente e la casa sta lentamente riprendendo una parvenza di normalità, complice anche il fatto che i pavimenti non devono essere rifatti.
Nell’articolo di oggi ti voglio parlare di alcuni lavori edili che sono stati fatti e che si sono resi indispensabili.
In particolare vedremo:
- Come abbiamo risolto il “problemino” dei buchi nel muro del bagno
- Come un altro problema che poteva essere scocciante si è risolto con una semplice operazione
- Un po’ di toppe che stiamo mettendo
- Come sta venendo il bagno
- Il trattamento speciale agli infissi
Sto parlando al plurale perchè, oltre ad un progetto curato, per ristrutturare un appartamento è indispensabile la costante collaborazione con l’impresa che esegue i lavori: solo con il confronto anche con gli operai che ne hanno viste di tutti i colori spesso è possibile risolvere i piccoli e grossi problemi che si verificano ogni giorno in cantiere. E anche perchè materialmente i lavori non li sto eseguendo io…
QUANDO GLI IMPIANTI SFONDANO I MURI
Qualche settimana fa ho pubblicato questa foto su facebook col commento “anche questa volta gli impiantisti hanno fatto avverare il miracolo del muro sospeso”
Quando si deve ristrutturare un appartamento bisogna mettere in conto che spesso tutti i muri sono fatti di mattoni forati spessi 8 centimetri a cui bisogna aggiungere al masimo un paio di centimetri di intonaco per lato.
Questo modo di realizzare le pareti, molto diffuso anche ora, non è sbagliato ma ha un inconveniente nei bagni: non c’è modo di farci stare gli impianti moderni ed in particolare le cassette di scarico del wc (le più sottili sono spesse proprio 8 centimetri) e dei collettori.
O meglio: si possono far stare gli impianti nei muri di questo spessore mettendo però in preventivo che il muro verrà completamente sfondato. Ma certamente non possiamo intonacare una cassetta di scarico, quindi bisogna trovare una soluzione.
Nel caso in cui tu debba rifare completamente casa tua, compreso lo spostamento dei muri, la soluzione migliore è sicuramente quella di prevedere per i bagni nuove pareti con mattoni di spessore maggiore (si utilizza il cosiddetto “doppio UNI” di spessore 12 centimetri) oppure di prevedere tecnologie “a secco” (chiamate così perchè non si utilizza acqua nella loro costruzione: l’acqua è quella necessaria per le malte), cioè le pareti in cartongesso, di spessori adeguati.
Nel caso in cui però tu non voglia spostare i muri del bagno come in questo caso quale può essere la soluzione migliore?
Nell’articolo in cui ti ho spiegato come ristrutturare il bagno ti ho evidenziato alcune delle soluzioni che puoi utilizzare. Una di queste te l’ho fatta vedere in un’infografica che ho recentemente pubblicato sul profilo instagram di ristrutturazionepratica.
In questo caso ho optato per una soluzione differente: invece di intervenire dall’interno del bagno aggiungendo una fila di tavelle dello spessore di 3 centimetri sono intervenuto “dall’esterno”, cioè nella camera adiacente.
Il motivo per cui non ho aggiunto lo spessore necessario dentro il bagno è che lì ho gli spazi calcolati al centimetro, dato dal fatto che devo installare i sanitari su entrambe le pareti lunghe. Restringerlo mi avrebbe comportato problemi di spazio (lo so che 3 centimetri possono sembrare pochi…ma in un bagno ogni millimetro conta) soprattutto con l’apertura della doccia.
Quindi la soluzione scelta è stata quella di inserire una controparete in cartongesso nella stanza adiacente, una camera singola. La controparete in cartongesso, tra telaio e lastra, ha uno spessore totale di circa 3 centimetri, minore di quella che avrebbe comportato una tavella intonacata (circa 4,5centimetri), inoltre è stato possibile inserire dell’isolante nella controparete in modo da attutire i rumori provenienti dallo scarico del bagno.
Questa è la controparete appena montata (non ancora rifinita!)
IL PIÙ GRANDE TERRORE QUANDO SI DEVE RISTRUTTURARE UN APPARTAMENTO
Devi sapere che quando un tecnico riceve l’incarico di ristrutturare un appartamento c’è solo una cosa che lo terrorizza: trovare, durante i lavori, qualche danno o intervento “non a regola d’arte” e non previsti sulle strutture. E dover rimediare.
Il motivo è sia di ordine pratico che burocratico.
Infatti, dal punto di vista burocratico, nel caso di interventi (anche di riparazione) su strutture esistenti cambia completamente il procedimento edilizio da affrontare e potrebbe portarsi a cascata obblighi di verifiche e progetti da depositare all’Ufficio Tecnico Regionale -ex-genio civile- (naturalmente modulato a seconda della gravità del problema).
Dal punto di vista pratico, se queste cose vengono scoperte durante l’esecuzione dei lavori, in teoria bisognerebbe bloccare il cantiere, effettuare tutte le verifiche del caso, se necessario depositare i progetti relativi e ottenere le relative autorizzazioni, e solo dopo riprendere i lavori…una scocciatura!
Il tutto naturalmente con notevoli oneri in più per il committente che preferisce sempre la soluzione “zitti e mosca”.
Nei lavori che stiamo seguendo mi si è prospettata questa eventualità quando, nelle fasi di sopralluogo, mi sono trovato di fronte a questa situazione in cucina:
Tu cosa vedi?
Io ci ho visto:
- o una canna fumaria che partiva da questo piano…ma di solito soluzioni così si trovano ai piani terra e non ai piani superiori
- o un pilastro tagliato di netto per farci stare i pensili della cucina (vedi i segni e i ganci sul muro?)
Naturalmente ho fatto fare subito tutte le verifiche del caso ed è emerso (fortunatamente) che non era nulla di quello che temevo…
La prima cosa che abbiamo riscontrato era che non si trattava di una canna fumaria…e su questo avevo pochi dubbi.
Si tratta di un semipilastro in mattoni pieni addossato alla parete portante esterna (spessore 60 centimetri) realizzata anch’essa in mattoni pieni. Di questo semipilastro ne è stato tagliato metà (quello che si vede nella foto) per un’altezza di circa due metri, mentre l’altra metà è rimasta intera ed è visibile nella stanza adiacente.
La prima ipotesi che ho fatto in merito a questo semipilastro, che è sempre presente dove vi è una trave, è stata quella di un rinforzo strutturale della parete a causa proprio della presenza delle travi.
In realtà un primo campanello di allarme sulla reale natura di questo elemento me l’ha data un ingegnere strutturista che abita nello stabile e mi ha detto “guarda che quei semipilastri potrebbero essere solo decorativi”.
Andando a fare tutti i necessari sondaggi è risultato che l’ingegnere aveva ragione: questo “semi-pilastro” non è un elemento portante ma semplicemente decorativo, quindi gran sospiro di sollievo.
Ad ogni modo, anche se non porta alcun peso, ho ritenuto necessario ripristinare la continità del “finto-pilastro” inserendo mattoni pieni della stessa tipologia di quelli presenti attraverso il metodo chiamato “cuci-scuci”: cioè rimuovendo quelle parti di mattoni tagliate di netto e incastrandoci nuovi mattoni fino a ricostruire la semicolonna completamente.
Qui sotto il lavoro quasi finito:
LA RISTRUTTURAZIONE ALLE VOLTE È UNA QUESTIONE DI TOPPE.
Ok, non suona bene, ma in fondo è un dato di fatto: qualche toppa qua e là ogni tanto bisogna metterla…il motivo te l’ho fatto vedere nello scroso articolo: dove arrivano gli elettricisti lasciano terra bruciata.
Le toppe di cui stiamo parlando sono tutte le chiusure delle tracce che sono state create, ma anche la soluzione che abbiamo adottato per rialzare il lato interno del davanzale di una finestra che poteva essere pericoloso.
Vediamoli:
1.La chiusura delle tracce
2.Il davanzale
Questo è lo stato di fatto del davanzale nella camera singola (quella che ora ha la controparete…)
Qui si può vedere il problema: il davanzale di suo è abbastanza basso, meno di 90 centimentri. Oltre a questo vi è di fronte un gradino di una decina di centimetri. Risultato? Salendo sul gradino ti ritrovi la finestra sotto l’inguine, decisamente troppo basso. Considerando che in casa ci possono essere bambini è il caso di correre rischi?
Le soluzioni in questo caso possono essere due:
- Eliminare il gradino
- Riempire la rientranza e allungare il davanzale
La prima soluzione è impercorribile: infatti dentro quel gradino passa il tubo di scarico del bagno. Quindi si è optato per la seconda soluzione e il riempimento è stato fatto con una struttura in cartongesso.
Naturalmente è ancora tutto al grezzo e manca anche il nuovo danvanzale.
IL BAGNO…DOPO GLI IMPIANTI È TUTTO PIÙ FACILE
Questo è un dato di fatto: una volta che gli impianti del bagno sono impostati è tutto in discesa.
Nel nostro bagno abbiamo però anche qualche opera in cartongesso da fare. Opere che sono in pieno corso.
Ecco qual’è la situazione adesso:
È stata realizzata una controparete in cartongesso sulla parete esterna. Il motivo? la parete ha evidenziato alcuni problemi di umidità.
Questa NON è la soluzione ottimale, infatti si sta nascondendo il problema mentre i problemi di questo tipo vanno risolti alla fonte. Ma c’è un ma…infatti l’umidità ha cause condominiali e non dovuti all’appartamento su cui stiamo intervenendo.
Sono problemi risolvibili ma proprio un paio di giorni fa l’amministratore mi ha detto “architetto, farò tutto il possibile per risolvere quanto prima il problema, ma lo sa, i tempi dei condomini sono lunghi, prima di sei sette mesi non si riuscirà a risolvere nulla”.
Siccome l’appartamento non può rimanere con un bagno lasciato a metà per tutto questo tempo allora la soluzione è mascherare il problema nell’attesa di risolverlo completamente…naturalmente tutti i costi aggiuntivi e i disagi causati saranno presentati al condominio, ma sono aspetti legali che qui non ci interessano.
Questa soluzione consente di creare una camera d’aria tra il muro umido e la nostra finitura. Ribadisco che è una soluzione-tampone ma sicuramente meglio di vedere le piastrelle che si staccano dopo un anno dalla loro installazione…
È stata creata la nicchia che conterrà lavatoio e lavatrice con una parete in cartongesso
Infine sono stati fatti tutti i massetti ed è stata installata la vasca da bagno.
Ora mancano “solo” rivestimenti e sanitari…siamo a buon punto.
I NUOVI VECCHI INFISSI
Lo hai già intravisto in alcune delle foto qui sopra: tutti gli infissi sono stati sverniciati completamente per essere sistemati.
La cosa non è stata semplice perchè negli anni si erano accumulati strati su strati di vernice. Gli operai hanno dovuto estrarre bombola e cannello per sciogliere la vernice a fiamma.
Una volta finito di sverniciare tutti gli infissi, tutti i telai e tutte le porte, è stato il momento di scegliere la nuova finitura.
Il colore non è mai stato in dubbio: bianco come era prima. Però la volontà è quella di dare un effetto il più naturale possibile e di non nascondere le venature del legno sotto nuovi strati di vernice.
Per scegliere la soluzione migliore ho fatto dare due prove con finiture diverse:
- Cementite e smalto satinato
- Impregnante
La differenza è stata subito evidente e netta.
A sinistra c’è una sottile strisci realizzata con la prima soluzione, a destra un pezzo di anta realizzata con la seconda soluzione.
Sicuramente da questa foto non si riesce a capire la reale e profonda differenza che c’è tra le due soluzioni.
Quella con l’impregnante da una sensazione di naturalezza, luce e pulizia che ho trovato subito stupenda, soprattutto paragonata alla soluzione con la cementite che dava l’impressione di “finto”.
L’unica pecca della soluzione con l’impregnate è che, coprendo di meno il legno, all’ombra le venature sottostanti assumono una leggera sfumatura di grigio. Ma complessivamente ha un effetto nettamente superiore.
Così abbiamo scelto quale deve essere la finitura degli infissi…ora bisogna solo applicarla.
COME STIAMO ANDANDO?
In questo articolo ti ho voluto dare una panoramica su alcune delle scelte e soluzioni che possono dover essere prese durante la ristrutturazione di un appartamento.
Naturalmente ho fatto una selezione perchè sono stati affrontati altre decine di decisioni diverse più o meno complesse.
Ogni scelta in cantiere deve essere fatta avendo a che fare con l’impresa che preme per la soluzione più rapida ed economica (per lei) e mettendo in campo conoscenze ed esperienza accumulata sul campo e che non si può imparare in poco tempo.
Perchè ti sto dicendo questo?
Perchè la tendenza di molte persone è quella di “fare da sè” credendo di essere capaci e di affidarsi al massimo all’impresa. Lo leggo in molte email che mi arrivano e a cui ogni volta rispondo “chiamati un tecnico che abbia esperienza e che tuteli i TUOI interessi”. Chi non vuole seguire questi consigli rischia seriamente di trovarsi con enormi problemi durante e dopo i lavori.
Fortunatamente la ristrutturazione che stiamo seguendo al momento sta procedendo regolarmente senza particolari imprevisti. Ora mancano veramente solo le finiture…tra un paio di settimane potremmo essere molto vicini alla chiusura dei lavori.