Ristrutturare un appartamento è un po’come costruire una macchina: una catena di montaggio assemblerà prima il telaio, su quello monterà la meccanica, per arrivare infine agli allestimenti.
Nel caso di una ristrutturazione di interni la prima parte viene (quasi) sempre saltata (le strutture ci sono già ). Però sugli impianti (la meccanica) e le finiture (gli allestimenti) si deve intervenire. Sempre.
La ristrutturazione dell’appartamento che stiamo vedendo in queste settimane prevede come lavori proprio queste ultime due fasi.
Non sono stati previsti spostamenti di pareti, ma si è reso necessario rifare alcuni impianti (non tutti), perchè ormai non più adeguati alle norme attualmente in vigore (elettrico) e comunque abbastanza vecchi da dare ragione di credere che avrebbero creato grossi problemi a breve (idrico sanitario).
Quando si fanno dei lavori di ristrutturazione, dopo le demolizioni, la prima cosa da fare è ripristinare tutto il sistema impiantistico che è stato smantellato.
Gli impianti vengono posizionati dentro i muri e sotto i massetti, quindi è evidente come sia il primo passaggio da effettuare.
Nell’articolo di oggi vedremo proprio come sono stati fatti gli impianti e alcuni dei problemi che ho dovuto affrontare e risolvere.
RIFARE GLI IMPIANTI NELLA RISTRUTTURAZIONE DI UN APPARTAMENTO: LA REALTÀ È SEMPRE PEGGIO DI COME TE LA IMMAGINAVI
Ok, il titolo potrebbe anche spaventare ma in realtà la situazione reale è meno terribile di quello che si può pensare. In fondo la realizzazione degli impianti ha rispettato abbastanza fedelmente le previsioni di progetto. Quello che ogni volta mi stupisce, soprattutto quando viene rifatto un impianto elettrico, è la quantità di muratura demolita…ma le foto parleranno da sole.
Prima di approfondire i due impianti che sono stati rifatti voglio mettere in evidenza un aspetto peculiare di questa ristrutturazione: coi committenti è stato deciso di non toccare i pavimenti attualmente esistenti (ad eccezione del bagno).
Solitamente si approfitta dei massetti a terra per far passare tutti i tubi che contengono gli impianti. In questo caso evidentemente non è stato possibile, quindi vedrai come sia stato necessario rompere i muri per creare le tracce necessarie.
L’impianto idrico
In questo appartamento l’acqua arriva in solo due stanze: il bagno e la cucina. Fortunatamente non ci sono altri rubinetti sparsi in giro per casa, nè secondi bagni o lavanderie…
Questo fatto però non significa che i lavori non siano stati consistenti. Infatti il bagno, una stanza grande quasi come una camera singola, non ha previsto solo i soliti quattro sanitari, lavandino, bidet, wc e vasca; in questo caso è stato necessario inserire anche una doccia aggiuntiva, un attacco per la lavatrice e un lavatoio per i panni.
Per la cucina il discorso è stato più semplice: c’erano da rifornire solo il lavandino e la caldaia.
L’impianto idrico di un appartamento è formato da due distinti sotto-impianti:
- l’impianto di carico
- l’impianto di scarico
Il problema è che pur essendo separati devono essere studiati attentamente perchè si devono dividere spazi molto vicini e stretti.
L’impianto di carico
L’impianto di carico scelto è stato del tipo a collettore.
Il suo funzionamento è semplice: a partire dal rubinetto di attacco alla fornitura d’acqua che si trova in una nicchia in cucina (in questo caso il contatore si trova in una vanella comune a tutto il condominio) un tubo porta l’acqua in quello che viene chiamato collettore, che si trova in una scatola incassata all’interno del muro. Inoltre in questo collettore arriva un secondo tubo proveniente questa volta dalla caldaia che porta l’acqua calda.
Il collettore è formato da tanti rubinetti (se sei un idraulico mi perdonerai il modo maccheronico in cui mi esprimo) da cui partono i tubi che vanno verso i sanitari: uno di acqua calda e uno di acqua fredda (tranne che per wc, lavatrice e caldaia).
Grazie a questo sistema se ci sono dei problemi ad un sanitario è possibile chiudere solo il rubinetto relativo e si può continuare ad usare il resto dei sanitari.
Altro pregio di questo sistema è che non ci sono raccordi: i tubi sono unici e vanno dal collettore al rubinetto. Ciò evita giunzioni sotto il massetto o la muratura e quindi garantisce maggiore durata nel tempo.
In virtù di questo aspetto ho deciso di optare per tubi in multistrato rivestiti piuttosto che per il rame (che ormai per gli impianti di acqua sanitaria stanno cadendo in disuso). L’assenza di giunture e il relativo breve tratto di percorso da coprire ne fanno la soluzione migliore per rapporto qualità /costo/durabilità .
L’alternativa al sistema a collettore è quello a derivazione: in sostanza si hanno solo due tubi che girano per tutto il bagno e da cui vengono di volta in volta derivati gli attacchi per i vari sanitari. Ma ritengo che questo sistema abbia alcune pecche: le derivazioni sono delle giunzioni che per giunta si trovano sotto il massetto…i rischi di rotture in questi punti delicati sono maggiori; in caso di necessità non è possibile isolare un unico sanitario ma bisogna chiudere tutto.
L’unica pecca del sistema a collettore è che la cassetta ha un impatto estetico importante. In questo caso per cercare di mimetizzarla un po’ ho deciso di farla montare subito a fianco del termosifone, che in parte dovrebbe nasconderla. E sarà verniciata dello stesso colore del termosifone e delle piastrelle.
Una volta fatta piazza pulita del vecchio bagno e stabilita la posizione del collettore, è stato necessario segnare fisicamente dove andavano messi i sanitari. Operazione indispensabile per far arrivare i tubi correttamente. Quindi progetto e schede tecniche alla mano, insieme agli idraulici abbiamo spiccato il tutto. Questa era la situazione dopo che gli idraulici hanno posato i tubi:
L’impianto di scarico
A questo impianto va sovrapposto l’impianto di scarico.
Questo secondo impianto serve (naturalmente) per convogliare verso le fecali (e quindi le fognature) le acque sporche.
E’ formato principalmente da tubi e pozzetti in PVC e funziona per gravità …cioè l’acqua non viene spinta (per pressione come il carico) verso il basso ma semplicemente cade. Questo comporta un problema: nessun tubo può essere orizzontale ma deve esserci una minima inclinazione. Solitamente il minimo richiesto è dell’1%.
Può sembrare poco ma su 5 metri si tratta di 5 centimetri…siccome nei vecchi palazzi i massetti esistenti raramente superano i pochi centimetri di spessore è chiaro il motivo per cui spesso risulta necessario creare un gradino in bagno.
Questo caso non è differente…ma lo sapevo già dall’inizio e infatti nel progetto puoi vedere già il gradino previsto.
Come puoi vedere tutti i tubi provenienti dai lavabi sono convogliati in due pozzetti di raccolta/ispezione (a sinistra) il cui scopo è sia quello di convogliare le acque verso un unico tubo, sia quello di facilitare il monitoraggio dell’impianto.
Il Wc invece è innestato direttamente nella fecale (a sinistra in alto) per praticità e per dimensione e portata…
Come vedi per garantire la pendenza gli idraulici utilizzano i mezzi più disparati: da mattoni a tavelle posizionati nei giusti punti.
Tutto l’impianto idrico non ha creato particolari problemi ed ha rispettato esattamente quanto previsto.
Come vedrai nel prossimo paragrafo l’impianto elettrico ha richiesto qualche modifica.
L’impianto elettrico
Ti ho già fatto vedere in uno dei primi articoli sulla ristrutturazione di questo appartamento il progetto dell’impianto elettrico.
Quando vado a fare una ristrutturazione sono consapevole che, per quanto io possa provare a pensare la disposizione di prese e interruttori, una volta in cantiere ci dovranno essere molte variazioni.
E puntualmente è stato così…l’impianto elettrico è sempre quello che stravolge ogni previsione!
Il motivo non è che sono incapace io (o meglio…non solo!), il motivo è che nel momento in cui sei nell’appartamento con l’elettricista a segnare prese e interruttori ti rendi realmente conto di quale potrà essere il reale utilzzo e di quali sono le posizioni più comode…più di una volta mi capita di dirmi “ma come ca***o ho fatto a non pensarci prima!”
Quindi la prima cosa da fare quando arriva il momento di realizzare l’impianto elettrico è mettere in programma di passare qualche ora in giro per la casa a segnare interruttori, prese e punti luce…
La seconda cosa da fare è prepararsi alla totale demolizione della casa.
Ti ricordi quando all’inizio ti ho detto che la realtà è sempre peggio di come l’avevi immaginata? Beh…chiaramente ne ho avuto la conferma anche questa volta.
Vuoi vedere qualche segno del passaggio degli elettricisti?
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Partendo dal presupposto che ogni collegamento che viene fatto richiede un cavo e di conseguenza un tubo che lo contenga, il motivo per cui, quando si decide di rifare l’impianto elettrico, bisogna mettere in programma anche molti lavori di muratura sono essenzialmente 2:
- Un impianto rifatto deve rispondere alle nuove normative che richiedono un maggior numero minimo di linee elettriche (obbligatoriamente) e dei tubi con diametri più grandi (almeno il 30% di ogni tubo deve rimanere libero). Quindi pensare di utilizzare i vecchi tubi corrugati con le vecchie diramazioni è impensabile.
- Le tue esigenze attuali sono profondamente diverse da quelle di 30 o 40 anni fa, non fosse altro che per le nuove apparecchiature ora di uso quotidiano e una volta no (pensa solo al gruppo televisione, dove ora c’è anche il satellite, poi c’è il decoder, il lettore dvd, magari una consolle….). Quindi sarà indispensabile aggiungere prese/interruttori/circuiti….
Siccome l’elettricista che rifà un impianto elettrico è obbligato per legge a farlo conforme alle nuove normative e deve rilasciarti il certificato di conformità puoi stare tranquillo che sfilare i vecchi cavi e mettere dei cavi nuovi non è una soluzione possibile. A meno di non rimanere con un impianto vecchio, non a norma e pericoloso…
Abbiamo già parlato dell’impianto elettrico in un recente articolo. Se vuoi approfondire l’argomento lo trovi qui: guida al rifacimento dell’impianto elettrico
I problemi incontrati…
All’inizio dell’articolo ti ho accennato a dei problemi che si sono presentati nel rifacimento dell’impianto elettrico. Vediamoli rapidamente perchè (soprattutto il primo) è un problema frequente…e la soluzione che ne danno gli elettricisti spesso non è quella corretta…
Problema 1
In realtà del primo inconveniente te ne ho già fatto accenno nell’articolo precedente: per far arrivare tutti i cavi in una parte dell’appartamento ho dovuto fare i conti con la struttura portante dell’edificio.
In sostanza tra una parete e l’altra in cui fare le tracce c’era di mezzo un pilastro con le relative travi…come fare?
Ecco il punto incriminato:
Come puoi vedere a sinistra c’era una cassetta con dei cavi, a destra gli elettricisti stavano già “preparando” i muri per l’impianto e in mezzo…c’era una colonna!
La domanda che mi hanno fatto è stata: “come facciamo?”
Credo che per loro fosse una domanda retorica e che avessero già la risposta pronta in quanto quando gli ho detto che la struttura non andava minimamente toccata mi hanno guardato perplessi.
Purtroppo non è raro che la risposta a tali problemi sia “facciamo una traccia piccola piccola nella struttura…tanto cosa vuoi che sia?”
Ecco: questa è l’unica cosa da non fare! Se la struttura portante di un edificio è stata fatta in un certo modo (soprattutto se realizzata in travi e pilastri di calcestruzzo armato) vuol dire che era necessario farla così. Andando a “scavare” in una struttura la si indebolisce mettendo a repentaglio la stabilità dell’edificio, la tua incolumità e quella di tutte le famiglie che vivono nel palazzo insieme a te.
Quello che pensano spesso molte persone è “ma che vuoi che sia…una piccola traccia non cambia molto!”. Un palazzo vicino al mio studio, poichè molte persone hanno pensato in questo modo, è stato dichiarato inagibile poichè potrebbe crollare da un momento all’altro….
Ma quindi…come abbiamo fatto a risolvere questo problema?
Come prima cosa gli ho fatto spicconare parte dell’intonaco intorno al pilastro (nella foto sopra puoi vedere che avevano già iniziato…) e qui abbiamo avuto una buona notizia: c’era talmente tanto intonaco che i tubi sarebbero potuti stare tranquillamente all’interno del suo spessore senza dover minimamente toccare la struttura in calcestruzzo retrostante.
E alla resa dei conti così è stato:
Come vedi i tubi girano intorno al pilastro e rimane ancora tutto lo spazio necessario per ricoprirli di intonaco nuovo senza che si veda nulla.
Lo stesso problema però si è presentato dal lato opposto della parete e in questo caso la quantità di intonaco non era tale da permettere l’incasso completo dei tubi elettrici:
Quei tubi che vedi in alto fuoriescono dall’intonaco di pochi millimetri…ma quanto basta per non permettere di nasconderli completamente. Come fare quindi?
I tubi devono passare di lì, non sono possibili alternative. La soluzione quindi, purtroppo (perchè te lo dico…non mi piace per nulla!), è realizzare un piccolo cassonetto in cartongesso che copra i tubi.
I miei colleghi architetti storceranno il naso, e io sono il primo ad essermelo tappato, ma l’alternativa era non far arrivare gli impianti in quella zona della casa (da escludere visti gli standard attuali di richieste impiantistiche).
Problema 2
Il secondo problema da risolvere lo puoi vedere nella foto qui sotto:
Mi rendo conto come non sia molto evidente, ho provato ad evidenziartelo con la freccia: è il tubo in cui si trova il cavo che porta la corrente al lampadario centrale.
La canalina è fissata al soffitto ed è stata tinteggiata di bianco nel vano tentativo di nasconderla.
Qual’è il problema?
- Non mi piace (:-P)
- Non so ancora se sia abbastanza grande da portare i nuovi cavi
C’è un dato di fatto: non è possibile incassare la canalina perchè il solaio soprastante è una soletta portante in calcestruzzo…non è il caso di andare ad indebolire le strutture esistenti con delle tracce! (vedi quanto detto poco fa) Le soluzioni possibili sono 2:
- I nuovi cavi entrano dentro la canalina e quindi si potrebbe lasciare tutto com’è.
- Installare una canalina esterna in acciaio
Quando ho proposto questa seconda soluzione tutti gli elettricisti mi hanno guardato inorriditi…personalmente è decisamente la soluzione che preferisco: staccare completamente il nuovo impianto dalla struttura soprastante. Se non puoi nascondere del tutto una cosa meglio renderla evidente…
Sarebbe poi tanto brutto?
Tra l’altro questa soluzione andrà realizzata in tutte le stanze poichè lo stesso problema si ripete dappertutto.
Comunque per sciogliere questo dilemma dovrò aspettare ancora qualche giorno…
Anche per questa quinta puntata del nostro percorso abbiamo finito. Nella prossima ti farò vedere un inconveniente che poteva essere realmente scocciante e che per fortuna si è risolto senza problemi, oltre ad altre soluzioni che abbiamo dovuto adottare per specifici problemi.
Inoltre ti farò vedere come ristrutturare i serramenti possa essere un lavoro tutt’altro che semplice…