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Per un proprietario di casa la ristrutturazione da un lato è un momento magico, carico di aspettative, ma dall’altro può essere terribile per il timore di commettere errori, di non rispettare il budget, di subire fregature…
Iniziamo male questa pagina biografica: dovrei farti venire voglia di ristrutturare e invece ti sto dicendo cose negative!
Ma le vedo tutti i giorni: lavoro nel settore della ristrutturazione di case e appartamenti da oltre quindici anni e ho visto queste cose accadere realmente e troppe volte.
Mi presento: sono Alessandro Mezzina e sono un architetto.
Il mio mestiere è accompagnare i miei clienti in un viaggio: quello che porta la loro casa da essere vecchia e piena di problemi a moderna e confortevole.
Mi sono laureato nell’aprile del 2004 in una delle facoltà di architettura più importanti d’Italia, l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, e da allora svolgo quotidianamente il mio lavoro di architetto progettando ristrutturazioni di case e appartamenti.
Anche se i primi anni non è stato facile…sarà banale dirlo ma l’Università non ti prepara al mondo del lavoro.
Noi architetti usciamo carichi di tante idee…ma nessuna esperienza pratica e nessuna conoscenza reale di come funzionano le cose dal punto di vista burocratico, amministrativo, normativo, edilizio…
E questa mancanza si riversa in una totale incoscienza quando cominciamo a lavorare…e spesso all’inizio ci improvvisiamo.
È faticoso ammetterlo, ma per molti anni ho avuto un approccio al lavoro di architetto del tutto simile a parte dei miei colleghi…cioè sbagliato!
All’epoca non ne ero consapevole ma negli anni me ne sono reso conto…il mio scopo infatti era progettare ristrutturazioni che soddisfacessero prima di tutto il mio ego ed eventualmente i gusti dei miei clienti e le esigenze delle loro case.
Questo mi ha portato a realizzare progetti di cui tuttora vado fiero ma in cui non si vede l’anima dei proprietari e in cui i reali problemi delle case non sono stati risolti.
Per capire che stavo sbagliando è stata necessaria un’esperienza lavorativa traumatizzante che mi ha fatto aprire gli occhi.
Per alcuni anni ho lavorato come tecnico di fiducia di un’impresa di ristrutturazioni. Hai presente quelle imprese che ti offrono il “servizio chiavi in mano compreso di tecnico e pratiche edilizie”? Ecco…io ero quel tecnico.
Sai cosa significa per un progettista avere questo ruolo? Che diventi niente più di un firmacarte alla totale mercè dell’impresa.
Per la prima volta ho visto che le mie idee non solo non erano ascoltate ma non venivano nemmeno prese in considerazione.
Mi sono reso conto che in fondo era come facevo sentire spesso i miei clienti…
Vedere progetti firmati da me essere realizzati in un modo che io mai avrei voluto è stato frustrante. Ma mi dicevo:
“se questo è quello che vuole il cliente allora va bene così”.
Presto però scoprii che non era così…
Per farti capire come andavano le cose devi prima sapere che l’impresa per cui preparavo e firmavo i progetti faceva in modo che io non avessi nessun tipo di rapporto con i clienti.
Ci pensava l’impresario a gestire tutti i rapporti. Ogni tanto mi chiamava dicendomi: “il cliente dell’appartamento XXX ha deciso che vuole la cucina così, il bagno così e che vuole queste finiture”.
Una volta casualmente mi ritrovai in cantiere sia con l’impresario che con i proprietari di casa. Arrivai senza prima avvertire e loro erano già lì che stavano discutendo animatamente sulla cucina.
Vedendomi arrivare l’impresario fece una faccia strana…non mi aspettava…ma fu costretto a presentarmi.
Venni subito aggredito dai clienti:
“ah quindi è lei che ha progettato questa cucina! Qui non va bene nulla! Com’è possibile progettare una cucina in questo modo?”
Oggettivamente avevano ragione…la cucina sarebbe venuta scomodissima e difficile da utilizzare…
Il fatto è che, per quanto ne sapevo io, avevano scelto loro di disporla in quel modo…io avevo detto all’impresario che non funzionava…
In quel momento tutti i nodi vennero al pettine: scoprii che lì e in tutti i cantieri era l’impresario che si inventava progettista e decideva impianti, divisione degli ambienti, finiture, posizione degli arredi…
E prendeva le decisioni non cercando la soluzione migliore per i clienti, ma in base alle offerte di materiali e impianti più convenienti che trovava sul mercato.
In sostanza andava dai clienti dicendogli che il tecnico (io…) aveva detto che la soluzione migliore era quella e che i materiali da usare erano quelli.
I clienti naturalmente si fidavano e alla fine si ritrovavano con ambienti mal distribuiti, impianti spesso vecchi prima di essere installati (soprattutto quelli di riscaldamento) e finiture di bassa qualità…naturalmente tutto pagando a peso d’oro.
In quel periodo avevo bisogno di quel lavoro…però a quel punto non si trattava solo di una questione di soldi…stavo perdendo la faccia di fronte a molti clienti che avrebbero parlato male di me.
Ed ero stato raggirato dalla persona a cui avrei dovuto dare massima fiducia.
Tu cosa avresti fatto al posto mio? Avresti lasciato una collaborazione sicura così su due piedi?
Io l’ho fatto. Ma la causa scatenante non è stato quel cantiere…ma un altro. Dove è avvenuta una cosa ancora più grave.
Si trattava di una ristrutturazione di interni di una villetta a schiera.
Come al solito io non ho mai visto in faccia i clienti però, essendo anche direttore dei lavori, periodicamente facevo le mie visite in cantiere.
Verso la fine dei lavori, mancando ormai solo poche finiture, avevo diradato i sopralluoghi portandoli ad uno ogni due settimane.
Mi ricordo come fosse ieri il penultimo sopralluogo: ero con l’impresario, che come sempre faceva l’amicone.
Comincio a girare per la casa osservando attentamente le ultime novità quando ad un certo punto la mia attenzione viene attratta da una porta che era comparsa in cucina su un muro esterno. Ho chiesto stupito cosa fosse e l’impresario tutto fiero apre la porta e mi dice:
“abbiamo chiuso questo spazio esterno e ci abbiamo ricavato un nuovo ripostiglio!”.
Tu sai cosa significa una cosa del genere?
Si tratta di un abuso edilizio, di quelli per cui i committenti e i tecnici pagano multe salatissime se vengono scoperti.
Passi il fatto che le case non avessero finiture di qualità ed impianti non aggiornatissimi…ma gli abusi edilizi proprio no. Quello era troppo!
Ho fatto succedere l’inferno: dopo essermi sfogato di persona con l’impresa sono tornato in ufficio e gli ho scritto una raccomandata intimandogli di sospendere i lavori e rimuovere completamente l’abuso altrimenti lo avrei denunciato.
Ho cercato su facebook il contatto del cliente (che non avevo mai visto e di cui non avevo nemmeno il numero di telefono) e sono riuscito a mettermi in contatto: quando gli ho chiesto se fosse consapevole che quello sgabuzzino era abusivo è caduto dalle nuvole
“l’impresa mi ha detto che lei (cioè io) aveva detto che si poteva fare…era tutto in regola…”.
L’impresario per accontentare il suo cliente che chiedeva uno sgabuzzino in più, e per guadagnare qualche migliaio di euro aggiuntivi, aveva raccontato una palla enorme e ci aveva messo tutti a rischio.
La prima cosa che ho fatto naturalmente è stato chiudere tutti i rapporti con quella impresa.
Ma non bastava.
Ero arrabbiato ma anche consapevole di aver sbagliato io per primo.
Avevo sbagliato a fidarmi delle persone con cui avevo a che fare.
E avevo sbagliato a infilarmi in un servizio “chiavi in mano”…ritrovandomi a tutelare non gli interessi dei clienti (obbligo morale ma anche deontologico), ma quelli dell’impresa.
E mi sono reso conto che i clienti non erano consapevoli di tutto quello che si muoveva dietro la facciata della loro ristrutturazione.
E come non lo erano i clienti di quella ristrutturazione non lo erano nemmeno quelli della maggior parte delle ristrutturazioni che si fanno in Italia.
Ho sempre avuto un certo interesse per il digitale…sebbene faccia parte di una generazione nata con l’analogico ho avuto la fortuna di approcciare con i computer fin da piccolo.
Il primo che è entrato in casa risale al 1989…quando mio padre comprò un enorme personal computer in cui facevo girare giochi in bianco e nero con una grafica fatta di enormi pixel.
In quel momento questo interesse mi è venuto in aiuto.
Cercando in rete mi sono reso conto che, sebbene ci fossero già migliaia di siti dedicati alla casa e alla ristrutturazione…
…non ce n’era nemmeno uno che affrontasse aspetti di pianificazione e gestione della ristrutturazione…
…non ce n’era nemmeno uno che parlasse di contratti, di garanzie, di norme…
…non ce n’era nemmeno uno che desse indicazioni non solo pratiche, ma anche complete…
…e soprattutto non ce n’era nemmeno uno che lo facesse parlando a chi era più interessato a queste informazioni: i proprietari di casa.
C’erano o siti estremamente tecnici…scritti da tecnici per tecnici…oppure siti molto leggeri, dedicati ad aspetti estetici e di design…scritti per i proprietari di casa, ma mancanti di informazioni realmente utili per ristrutturare.
Da questa constatazione in quel momento è nato RistrutturazionePratica.it.
Ho cominciato a scrivere articoli mettendo tutta l’esperienza che avevo e stavo accumulando col lavoro, a servizio dei proprietari di casa che devono ristrutturare.
Il sito ha avuto fin dall’inizio lo scopo di assottigliare il più possibile la distanza tra te che devi ristrutturare e l’universo fumoso che ruota attorno ad una ristrutturazione.
Lo scopo è dare le informazioni essenziali per affrontare questo grande progetto di vita, senza rimanere schiacciato in cose di difficile comprensione per un non addetto ai lavori (e forse nemmeno tanto utili).
Non ci sono foto di miei lavori (sì ok, qualcuna forse ci sarà…) e nemmeno vetrine di progetti realizzati da altri architetti.
Per questo ci sono già decine di siti che puoi facilmente trovare con una semplice ricerca su google.
Nelle pagine del blog cerco di dare informazioni realmente pratiche, che non sono presenti da nessuna parte in rete: scoprirai il “dietro le quinte” della ristrutturazione, ciò che imprese e tecnici solitamente tengono stretti per sé credendo di crearsi lo spazio vitale per rimanere sul mercato.
Io invece sono convinto questa distanza vada eliminata.
Non trasformando il proprietario di casa in un esperto di ristrutturazione, ma dandogli una reale consapevolezza su cosa sia una ristrutturazione, su come vada pianificata e gestita.
Ritengo questo l’unico modo per dare una concreta possibilità di realizzare i propri desideri dentro casa propria, senza rimanere schiacciati da problemi e difficoltà.
Una persona qualche tempo fa mi ha detto:
“La peggiore cosa che puoi augurare ad una persona è ristrutturare casa”
La mia speranza con gli articoli, le guide, i manuali che pubblico è fare in modo che chi ristruttura non pensi questa cosa.
Perché non mi piace vedere un lavoro che ritengo bellissimo essere denigrato in questo modo.
In questo blog troverai parole semplici e informazioni complete (infatti difficilmente leggerai un articolo breve) perché è l’unico modo per creare vera consapevolezza in te ed evitare di venire fregato da chi ti racconta palle.
I miei articoli articoli hanno iniziato a diffondere le corrette pratiche da seguire per ristrutturare casa e, nonostante i “big” della malainformazione del settore mi abbiano totalmente snobbato, sono riuscito a fare breccia nelle redazioni di alcune testate maggiormente sensibili che mi hanno citato e pubblicato tra le loro pagine. Queste sono alcune:
E non per ultimo grazie ai miei articoli sono stato contattato da un’importante casa di editoria tecnica che mi ha proposto di scrivere un libro da inserire nella loro principale collana editoriale.
Così nel 2018 è stato pubblicato “Procedure per le ristrutturazioni edilizie residenziali”, per Maggioli editore.
Libro scritto da un tecnico per tecnici (quindi ti sconsiglio di acquistarlo…ma se proprio vuoi lo trovi qui). Che è stato una grande soddisfazione.
Che dici…mi merito la tua attenzione?
Alla tua ristrutturazione!
Alessandro Mezzina
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