Su Ristrutturazione Pratica ti ho abituato a leggere di come affrontare correttamente i procedimenti amministrativi per ristrutturare casa, come gestire correttamente la tua ristrutturazione, come evitare le fregature che si annidano nel settore, quali sono le figure fondamentali con cui avrai a che fare e come trattare con loro. Ho scritto svariate guide pratiche su specifici aspetti della ristrutturazione tra le più complete che puoi trovare in rete (giusto per fare alcuni esempi: guida all’impianto elettrico, guida al pavimento in legno, guida al pavimento in gres, guida agli infissi, guida alla scelta delle pitture, etc.). Quello di cui, per scelta, non ti ho mai voluto parlare sono state le idee per ristrutturare: questo non è un blog di design legato alla ristrutturazione di interni, questo è un blog pratico che ti vuole aiutare ad affrontare e superare i problemi di una ristrutturazione. Ci sono decine (centinaia?) di blog che ti danno dei consigli su quanto bella potrebbe essere casa tua in questo o quell’altro modo…
Però questo non vuol dire che io non mi informi e non approfondisca aspetti legati al design: in fondo sono pur sempre un progettista e tutto ciò che ruota intorno al settore del design di interni mi attrae come una calamita. Sono abbonato a diverse riviste del settore, seguo svariati blog e siti di interni, mi aggiorno con fornitori e produttori.
Perché tutta questa premessa? Perché nell’articolo di oggi voglio farti vedere alcune cose in cui mi sono imbattuto nelle ultime settimane navigando in rete.
Diciamo che tra una guida e l’altra per una volta mi sono voluto prendere una pausa.
Ma attenzione: questo è pur sempre un articolo di RistrutturazionePratica, quindi tutto ciò che leggerai è stato selezionato con uno scopo preciso: l’utilità per la tua ristrutturazione non verrà mai meno!
Nelli prossimi paragrafi ti farò vedere:
- Come è difficile intervenire su edifici storici
- Come le passioni possono influenzare una ristrutturazione
E l’utilità per te?
Nel primo caso accenneremo a quali sono le (maggiori) incombenze burocratiche previste dalla legge italiana (anche se non parleremo di ristrutturazioni fatte in Italia) per gli edifici vincolati; nel secondo caso (con ristrutturazioni che oggettivamente sono quantomeno eccentriche…) metteremo in luce alcuni principi che dovrebbero accompagnarti nella tua ristrutturazione.
COME INTERVENIRE SUGLI EDIFICI STORICI
Ristrutturare un edificio storico presenta due ordini di problemi:
- Lottare contro una burocrazia impazzita
- Spendere una montagna di soldi
Capita spesso che, di fronte a costi non preventivati correttamente e a strettoie della burocrazia non previste, le ristrutturazioni di edifici storici rimangano a metà (o non partano proprio).
Forse a breve dovrò affrontare il progetto di ristrutturazione di un edificio storico e ho cominciato a fare alcune ricerche. Mi sono casualmente imbattuto in due storie interessanti: una è quella della reggia di Versailles e la seconda di un castello ubicato sempre in Francia.
Ristrutturare la reggia di Versailles…quando i soldi non bastano nemmeno per i bagni!
La reggia di Versailles, uno degli edifici storici più importanti al mondo, si trova nell’omonima città, molto vicino a Parigi.
Perché tale reggia è famosa? Credo che basti la foto che ti ho messo qui sopra per capirlo…è qualcosa di enorme. È stata la degna espressione della grandezza della corte francese durante il XVII e il XVIII secolo, ed in particolare dei tre re che hanno preceduto la Rivoluzione Francese: Luigi XIV (re sole), Luigi XV e Luigi XVI.
Versailles è nata come piccolo rifugio dalla confusione di Parigi del re Luigi XIII, ma è con Luigi XIV che è diventata la grande reggia che conosciamo oggi grazie a ben quattro successivi progetti di ampliamento. Una reggia talmente magnificente che diventò sede della corte reale e del governo francese.
Ma non è di Re Sole che ti voglio parlare, bensì di suo nipote, re Luigi XVI. Tra l’inizio delle opere di espansione della reggia, iniziate dal nonno, e quando Luigi XVI si ritrovò a governare sulla Francia, erano passati oltre 100 anni.
Luigi XVI era nato a Versailles e quella era la sua casa, la sede della corte reale. Ma tra il tempo che era passato dai primi lavori e le novità tecnologiche legate alla casa che in quel periodo si stavano susseguendo rapidamente, avevano reso Versailles non più adeguata alla residenza del Re più importante del mondo. Pensa che all’epoca a Versailles non erano presenti nemmeno i bagni che da anni erano comuni nelle residenze nobiliari di Parigi.
Luigi XVI, proprio come potrebbe essere per te, aveva la necessità di ristrutturare la sua casa, per renderla più accogliente e confortevole.
Sai quali sono le due grandi differenze tra un re e la maggior parte delle persone che oggi ristrutturano casa?
- I soldi
- la consapevolezza dell’assoluta necessità di un architetto per la propria ristrutturazione.
Infatti furono chiamati architetti, progettisti e arredatori per pensare la nuova Versailles. Ma nonostante tutti i soldi che aveva a disposizione il Re questi non erano sufficienti per ristrutturare Versailles. Infatti Luigi XVI si ritrovò a governare su una Francia in declino, con povertà diffusa in tutta la nazione (fu il re sotto cui scoppiò la rivoluzione francese) e anche le finanze reali, per quanto abbondanti, non permisero a Luigi XVI di concretizzare i suoi progetti. Che poi si trattavano, nella sostanza, di costruire i bagni e mettere il riscaldamento visto che la reggia ne era sprovvista: il re cercava il benessere dato dalle ultime tecnologie, nè più nè meno di quello che fanno molte persone quando ristrutturano.
Anche il re dovette far fronte alla mancanza di finanze e alla fine optò per ristrutturare le boiserie (le decorazioni in legno che mettiamo alle pareti) e sostituire tende e tappezzerie e acquistare mobili nuovi.
La presenza di architetti che conoscevano bene i costi dell’edilizia dell’epoca ha permesso a Luigi XVI di rendersi conto di non avere soldi a sufficienza per ristrutturare come avrebbe voluto ben prima di avventurarsi in costosi lavori che avrebbe dovuto lasciare a metà.
Lo so che tu non sei un Re e che casa tua non è grande come la Reggia di Versailles ma la sostanza non cambia: L’impiego di un tecnico e di un progettista nella ristrutturazione è il primo passo per avere una casa che, se sicuramente non potrà raggiungere i fasti di Versailles, amerai abitare.
Ristrutturare un castello storico nel XXI secolo…la burocrazia è il nemico pubblico numero uno!
Ti voglio parlare di un altro caso che mi ha colpito molto nelle mie ricerche, e che è sicuramente più vicino ad una situazione che potrebbe capitare in Italia. Ti sto per parlare di un castello, ma non è importante la dimensione dell’edificio: se casa tua è un piccolo appartamento dentro un immobile vincolato dovrai affrontare esattamente gli stessi problemi! (Anzi…essendo in Italia forse anche qualcuno in più…)
Il castello di cui ti sto parlando si trova sempre in Francia, ma molto lontano dalla reggia di Versailles. Siamo in un paesino dei Pirenei quasi al confine con la Spagna: è il Castello di Gaudanes.
Il castello è nato durante il diciottesimo secolo, tra il 1740 e il 1750, su un vecchio forte medioevale, per volontà del marchese di Gaudanes, Louis-Gaspard de Sales. A noi non interessa la storia della costruzione di questo castello quanto tutto ciò che è avvenuto negli ultimi trent’anni, a partire dal 1989 fino ai giorni nostri.
Infatti dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso il castello, ormai di proprietà pubblica, è stato abbandonato.
Vista la posizione invidiabile e la sua bellezza nel 1989 un consorzio inglese lo acquistò con l’obiettivo di trasformarlo in un albergo di lusso. All’epoca sul castello non c’erano vincoli ma nel 1994 è stato dichiarato monumento storico nazionale dallo stato Francese. E lì sono iniziati i veri problemi: infatti le modifiche che il consorzio inglese voleva apportare alla struttura per trasformarla nell’hotel di lusso non erano compatibili con i nuovi strettissimi vincoli.
Questa cosa ha letteralmente bloccato qualsiasi tipo di intervento, anche di manutenzione, sul castello. Per oltre quindici anni, fino al 2009, il consorzio inglese ha tentato di realizzare i lavori di trasformazione ma alla fine ha alzato bandiera bianca e lo ha messo in vendita.
Dopo tanti anni di incuria il castello si trovava in uno stato disastroso: soffitti e solai crollati, vegetazione che aveva preso il sopravvento, decorazioni totalmente rovinate.
Ma una coppia di Australiani di Perth, Craig and Karina Waters, si ne è innamorata e, nonostante il pesante stato di abbandono, nel 2010 ha acquistato il castello in rovina. Con l’obiettivo di ricavarci una casa per le vacanze…e di farci un hotel!
Ti sembrerà strano e assolutamente folle ma a storia dei coniugi Waters ti insegna come, affrontando le istituzioni con lo spirito giusto, si riesce a raggiungere dei compromessi. Anche se a fatica.
La prima difficoltà affrontata dai proprietari è stato proprio un lungo iter burocratico da affrontare per trasformare piano piano le rovine nel loro sogno. Solo dopo una lunga attesa, un complesso iter burocratico seguito da progettisti esperti, hanno potuto finalmente mettere mano alle pareti scrostate, ma che ancora conservavano splendidi affreschi del Settecento.
Hanno dovuto risanare dall’umidità e dalla muffa la struttura, mettere in sicurezza le scale e i pavimenti dei piani superiori, portare via grandi quantità di macerie, ricostruire solai crollati. Ma alla fine lo Chateau de Gudanes è tornato a nuova vita. Ed accoglie turisti in continuazione.
La chiave di volta è stata: rispettare il castello e dialogare in modo aperto con la sovrintendenza francese, comprendendo e accettando i limiti posti.
Probabilmente, anche se vivi in un palazzo storico, non ti ritroverai ad affrontare la ristrutturazione di un intero castello del Settecento, ma il modo in cui i coniugi Waters e i loro tecnici hanno portato avanti il progetto dimostra che, anche le imprese all’apparenza più impossibili, possono essere portate a termine.
E in Italia? In Italia se hai un immobile vincolato non devi affrontare problemi molto diversi da quelli che hanno affrontato i coniugi Waters.
La vera grande difficoltà in Italia è che anche edifici che oggettivamente sono solo vecchi e non hanno alcun reale valore storico, rischiano di ritrovarsi vincolati perché hanno “grande valore ambientale”.
Quindi, se casa tua è vincolata, come prima cosa devi fare in modo di procurarti il decreto di vincolo e vedere cosa c’è scritto; dopodichè devi metterti l’animo in pace e sapere che ogni minimo intervento, anche una pitturazione, deve passare attraverso l’approvazione della sovrintendenza.
Infatti se, come ti ho detto in moltissimi articoli, ci sono una serie di interventi che puoi fare autonomamente e che ce ne sono molti di più per cui è sufficiente una comunicazione asseverata (CILA) al comune, nel caso in cui il tuo immobile sia vincolato devi ottenere per forza, per qualsiasi intervento che decidi di fare, un’autorizzazione dalla sovrintendenza.
Ti sottolineo questo aspetto: devi ottenere un’autorizzazione. Cioè la sovrintendenza ti deve dire “ok, lo puoi fare”, non è sufficiente una comunicazione.
Sebbene ci sia una modulistica unica a livello nazionale e ormai anche delle regole che dovrebbero rendere uguale per tutti il procedimento, è triste notare come ancora una volta la realtà dei fatti sia che ogni Comune e ogni Sovrintendenza prevedono dei procedimenti differenti, quindi tu e il tuo tecnico dovete armarvi di pazienza.
RISTRUTTURARE EDIFICI MODERNI IN MODO ORIGINALE
Cambiamo totalmente argomento. Prima di proseguire ti faccio una premessa (per me) doverosa: le ristrutturazioni di cui ti parlerò nelle prossime righe di per sè non mi piacciono. Come ti ho accennato all’inizio dell’articolo si tratta di persone ce hanno ristrutturato casa propria (o un parte di essa) seguendo le passioni più disparate e questo li ha inconsapevolmente portati a fare una cosa corretta: progettare un’ambientazione unitaria e coerente.
Una delle pecche più comuni nelle ristrutturazioni, soprattutto in quelle dove il tecnico ha un ruolo marginale, è quello di vedere un’accozzaglia di idee, stili e soluzioni che rendono gli ambienti caotici e sgradevoli da abitare. Anche se sono stati investiti moltissimi soldi.
Invece, per contro, queste case di cui ti parlerò, anche se possono sembrare eccentriche, sono state guidate da un’idea unitaria di fondo. Che è una specifica passione dei proprietari.
La casa del tifoso
La passione del proprietario della casa di cui ti sto per parlare è lo sport. In particolare uno molto seguito negli Stati Uniti: il baseball. Stewart McVicar è un americano che vive nell’Illinois e possedeva una di quelle classiche case in legno come ce ne sono tante nelle periferie americane.
Ma le meraviglie, se così si possono chiamare, si trovano all’interno: l’originale ristrutturatore statunitense ha trasformato il seminterrato della casa in un club dedicato alla sua squadra di baseball preferita, i Chicago Cubs. Credo con buona pace della moglie che probabilmente ha pensato “meglio in cantina che in cucina”.
E così via con poltrone da stadio, zona bar, una sala riunioni, giochi arcade. C’è naturalmente un’area dedicata alle mazze da baseball, ce ne sono un centinaio e un set di più o meno cinquecento palle. E in questo club personale di tifosi il proprietario invita amici e parenti per assistere alle partite della sua squadra del cuore.
Come puoi vedere dalla foto che ti ho messo qui sopra un ambiente molto grande è stato diviso in varie aree grazie all’arredo e alle decorazioni alle pareti, e tutto questo arredo è coerente: materiali simili, colori simili ed abbinati, illuminazione studiata…A me non piace, però è un esempio perfetto di unitarietà dell’ambiente.
La casa del giocatore di poker
Dai tifosi ai campioni di uno sport. Parliamo di poker.
Stiamo parlando di uno dei più grandi giocatori di poker del mondo, vincitore di sei braccialetti (corrispondenti alla coppa per il vincitore) delle World Series of Poker (la coppa del mondo del poker), che ha ristrutturato la propria casa in modo tale da rispecchiare la sua grande passione, Che poi è anche il suo lavoro.
Se sei appassionato di poker lo conosci sicuramente: stiamo parlando di Daniel Negreanu, giocatore di poker professionista canadese, talmente importante che si merita anche una pagina dedicata su wikipedia.
In questo caso il tema portante lungo tutta la casa, dall’interno all’esterno, è il gioco. Ma non solo il poker, bensì il gioco in generale: la zona living è stata progettata per ruotare attorno a questo tema. Quindi ci trovano spazio: un tavolo da gioco, un biliardo, dei videogiochi vintage, un bar (in stile casinò) e naturalmente un angolo dedicato a tutte le sue vittorie nel poker. Ma questo tema continua anche all’esterno con un mini campo da golf.
Magari la villa di Daniel Negreanu non è proprio quello che desideri per la tua ristrutturazione, però, nonostante i colori sgargianti e lo stile molto eclettico, rappresenta ancora una volta un buon esempio di ambienti pensati in modo unitario.
La casa dei gatti
Con questa casa cambiamo totalmente ambito. Ci sono case che, oltre a rispecchiare l’intima personalità dei loro proprietari, diventano spazio per accogliere inquilini che condividono l’abitazione con quegli stessi proprietari: stiamo parlando degli animali.
A Santa Barbara, in California, un impresario edile ha ristrutturato la propria casa per i suoi amici gatti. Un paradiso felino accogliente sia per i gatti che per il proprietario. E in fatto di pulizia e ordine i gatti del resto hanno standard molto elevati.
La casa è sicuramente curiosa: le stanze sono collegate con tunnel e percorsi sopraelevati per favorire la naturale curiosità dei gatti. Tutto è cominciato dal primo gatto e dalla costruzione di una semplice passerella. Da quel momento in poi la ristrutturazione della casa ha preso una direzione abbastanza chiara e si sono aggiunti metri e metri di percorsi sospesi: ogni passaggio garantisce ai gatti un itinerario differente, rendendola quindi una casa a loro misura.
Sebbene sia stato sicuramente involontario in questa casa puoi vedere un modo semplice ed efficace per creare continuità tra gli ambienti di una casa: un elemento che si ripete in tutte le stanze.
In questo caso si tratta della passerella peri gatti che “decora” le parti superiori di ogni stanza. Generalmente può essere un materiale o un elemento decorativo che si ripete.
Alcune regole che puoi trarre da queste case
Ti ho parlato di queste tre case non perché siano particolarmente belle (diciamocelo: difficilmente incontrerebbero i gusti della maggior parte delle persone) ma perché nel loro essere estreme sono anche esemplificative di due principi che dovrebbero essere sempre presenti in una buona ristrutturazione:
- Coerenza
- Continuità
Il principio di coerenza semplicemente significa che, sebbene tu possa (e debba) creare delle zone diverse in casa, sarebbe bene non variare e mischiare gli stili. Il risultato nella maggior parte dei casi si traduce in qualcosa di kitch e sgradevole.
Se decidi di realizzare casa tua, ad esempio, con uno stile scandinavo, mantieni questo stile in tutta la casa: non fare che una stanza sia scandinava, un’altra classic, una terza minimalista e la quarta shabby chic…
Certo, questo non significa che devi fare tutte le stanze uguali…seguire uno stile non significa affatto questo. Significa dare un’impronta alla casa. E qui passiamo direttamente al secondo principio: la continuità. Individua un elemento che deve svolgere il ruolo di filo continuo in tutte le stanze di casa tua. Il modo più semplice è usare la stessa pavimentazione che entra in tutti gli ambienti.
Personalmente uno degli elementi che uso per dare continuità ai miei progetti sono i colori: scelgo un colore principale e uno o due colori secondari che cerco di ripetere in tutte le stanze. Solitamente si tratta del colore delle pareti, del colore del pavimento e di un colore di accento (che può anche richiamare uno dei precedenti). In una casa che sto progettando in questo momento sono due i colori che ricorrono (oltre al bianco delle pareti): il rovere del pavimento che è richiamato in alcune porte e in alcuni arredi fissi, e il grigio antracite satinato che è richiamato dal telaio degli infissi e da tutti gli elementi metallici della casa (maniglie e anche apparecchi illuminanti).
RISTRUTTURARE NON È SEMPRE UNA COSA RAZIONALE
Lo ammetto: quelle che ti ho fatto vedere nella seconda parte di questo articolo sono state tutte ristrutturazioni curiose, originali e parecchio insolite. Non è stata la razionalità a guidare i proprietari. Ma, anche se casa tua non diventerà mai come quelle che hai visto, il punto è proprio questo: nella prima fase, quando devi immaginare come dovrà essere casa tua, affidati alla fantasia e cerca spunti e suggestioni sia in ristrutturazioni “normali” che in ristrutturazioni singolari come quelle che ti ho raccontato. Questo è il momento in cui devi far volare la tua immaginazione.
Per fare in modo che queste idee diventino reali e realizzabili il passaggio successivo, te l’ho detto più volte nei miei articoli, è affidarsi a un progettista che riesca a comprendere i tuoi desideri e a trasferirli efficacemente nella realtà. Affidati a professionisti esperti del settore, capaci di trovare le soluzioni adatte ai tuoi gusti e alla tua personalità.
E un ultimo consiglio che non mi stancherò mai di ripetere: cercare il massimo risparmio in fase di ristrutturazione significa quasi sempre ritrovarsi a spendere molti soldi in manutenzioni impreviste quando sarai dentro casa. Investire qualcosa in più in prodotti di qualità è sempre una scelta saggia.