Hai bisogno di un architetto per il tuo progetto di ristrutturazione, ma non sei sicuro di quanto ti costerà? Non preoccuparti, sei nel posto giusto. In questo articolo, ti guideremo attraverso i vari fattori che influenzano il costo della fattura di un architetto.
Nelle mie ricerche ho scoperto che una delle chiavi di ricerca più utilizzate su google è “fattura architetto”. I dubbi su quanto sia giusto pagare un architetto sono tanti ma di fatto non riesci a trovare risposte adeguate che ti spiegano non solo il quanto…ma soprattutto il perchè un architetto ti potrà chiedere una determinata cifra.
Oggi proviamo a fare luce sul tema costi della progettazione di una ristrutturazione e lo facciamo iniziando da una premessa. Nel titolo ti ho parlato di architetti (che è la categoria a cui io appartengo) ma le categorie professionali rientranti nella più ampia sfera dei progettisti a cui potresti affidarti nella tua ristrutturazione sono in realtà tre: architetti, ingegneri e geometri.
Siccome non è lo scopo di quest’articolo chiarire quale sia il tecnico più adatto per seguirti nella tua ristrutturazione (anche se la confusione è tanta in merito) faremo una generalizzazione (che mi attirerà le ire della stragrande maggioranza dei colleghi). Durante tutto l’articolo considereremo architetti, ingegneri e geometri come un unico grande minestrone ricadente nella categoria tecnici. Da questo presupposto vedremo indicativamente quanto puoi aspettarti di pagare per il progetto di ristrutturazione di casa tua rivolgendoti a uno qualsiasi di questi tecnici.
Infatti, anche se può sembrare incredibile, non ci sono significative differenze di costo tra chi ha preso una laurea e chi ha preso un semplice diploma.
Prima di parlare di parcelle partiamo con la domanda che tutti si fanno quando devono ristrutturare…
Il tecnico è indispensabile in una ristrutturazione?
Durante le mie ricerche sono finito su alcuni forum in cui ho trovato conferma di quello che osservo quotidianamente sul campo: c’è un’assoluta confusione sulla necessità di un progettista per la propria ristrutturazione. Però mi rendo conto di come nessuno si sia mai preso la briga di spiegarti come stanno realmente le cose, quindi tale confusione è comprensibile.
Queste le opinioni più diffuse che ho trovato:
“il tecnico è una spesa inutile”, “l’architetto è un lusso”, “l’architetto è inutile, basta l’impresa e il geometra (…dell’impresa)”.
Oppure:
“faccio la ristrutturazione da solo e chiamo il tecnico solo per problemi specifici” (il famoso tecnico che esce a chiamata come l’idraulico), “l’architetto deve anche gestire tutti gli artigiani che ci sono in cantiere” (il tecnico si trasforma da inutile ad impresario).
Quindi prima di affrontare gli importi di una parcella credo sia essenziale fare chiarezza sulla reale necessità o meno di un tecnico che ti segua nella ristrutturazione del tuo appartamento.
“Sì, ti serve il progettista QUASI sempre”
L’unico parametro di riferimento che ho preso per fare questa affermazione è la legge.
Ma anche la pratica non fa che sottolineare quotidianamente come l’unico reale modo che hai per tutelarti sia nei confronti di chi eseguirà i lavori (l’impresa), sia nei confronti dello Stato è affidarti ad un tecnico.
In particolare il tecnico ti serve SEMPRE se la tua ristrutturazione è una “manutenzione straordinaria” (per sgombrare il campo dai dubbi: è la categoria in cui rientrano tutti i più importanti ed essenziali interventi di ristrutturazione di un appartamento). La legge ti dice che puoi evitarlo se la tua ristrutturazione è una “manutenzione ordinaria”. Facciamo un esempio:
se devi rifare completamente il bagno, comprensivo degli impianti che stanno nascosti nel muro e sotto il pavimento (impianto dell’acqua calda e fredda e di scarico ad esempio) allora stai facendo un intervento di manutenzione straordinaria. Se invece non fai altro che cambiare le piastrelle e i sanitari allora stai facendo un intervento di manutenzione ordinaria.
Abbiamo già affrontato in modo approfondito questo argomento quindi non ci torniamo ora. Lo trovi qui: come non commettere un abuso quando ristrutturi casa.
Cosa fa il progettista nella tua ristrutturazione
A cosa ti serve un tecnico nella ristrutturazione? Il suo compito (per legge) è fare:
- La pratica edilizia
- la pratica energetica (se rifai l’impianto di riscaldamento e/o gli infissi)
- la direzione lavori
- l’attestato di prestazione energetica (sempre in caso di rifacimento di impianto di riscaldamento e/o infissi)
- Il riaccatastamento dell’appartamento se sposti anche solo un muro
- Il nuovo certificato di agibilità (necessario se cambiano le condizioni di igiene e salubrità dell’immobile)
- Il coordinamento della sicurezza nel caso in cui lavorino più di due imprese nel tuo appartamento
Poi ci sarebbe il suo compito più importante…forniti un progetto valido, bello, che risponda alle tue esigenze e che rispetti tutte le leggi nazionali in campo edilizio.
Ad esempio lo sai che se decidi di ridimensionare una stanza devi verificare degli specifici parametri di illuminazione naturale (quella che entra dalla finestra per intenderci…), i cosiddetti requisiti igienico sanitari di cui abbiamo parlato in questo articolo, e che se non sono rispettati la tua casa non è più agibile? Il tecnico serve anche per questo…
Vabbè ma io devo fare solo pochi lavoretti…mica dovrò chiamare il tecnico!
Non pensare che quando devi fare pochi lavori (quelli che secondo la legge rientrano nella “manutenzione ordinaria”) il tecnico sia da buttare.
Prima di tutto il tecnico ti servirà per capire se effettivamente i lavori che farai sono interventi di manutenzione ordinaria (per cui non ti serve una pratica edilizia) o di manutenzione straordinaria (per cui ti serve una pratica edilizia.
In secondo luogo, se effettivamente non fosse necessaria la pratica edilizia (e quindi verrebbe meno il compito di far rispettare tutte le leggi) non devi sottovalutare la sua importanza nella definizione dell’interior design che stai creando: c’è un’intera fetta di tecnici che si occupa solo di questi interventi che sono chiamati “relooking” o “home staging” (che noi troppo spesso confondiamo con le ristrutturazioni low cost).
Infine dovrai comunque affidarti a qualche impresa per eseguire i lavori: un tecnico potrebbe aiutarti a selezionare le migliori aiutandoti a capire quali parametri utilizzare nella scela (che non è solo “il prezzo più basso”). Se ti interessa approfondire questo (e altri mille) aspetto, il mio manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi” fa per te. Scoprilo qui.
Come viene calcolata la fattura di un architetto?

Se fai una ricerca su google non è difficile trovare dei parametri a cui puoi fare riferimento per avere un’idea di quanto ti potrà costare il tecnico. Il problema è che spesso questi parametri sono molto variabili e sembra non esserci una logica in tutto quello che leggi.
Ad oggi in Italia non c’è nessuna legge che imponga delle tariffe obbligatorie per pagare i tecnici.
Fino al 2006 esistevano delle tariffe massime da rispettare per gli appalti pubblici che, sebbene derogabili, almeno davano un riferimento per tutti, anche negli appalti privati. All’epoca un decreto le ha abrogate dalla sera alla mattina, lasciando i tecnici (e i anche i loro clienti) allo sbando totale.
Da quel momento in poi è stato possibile per tutti andare da un architetto e dirgli “ti pago due noccioline per il progetto” e se lui accetta (e firmate un contratto in cui lo sancite) è tutto in regola.
Sebbene ci sia questa totale o quasi mancanza di disciplina in materia (in realtà recentemente è stato introdotto un decreto sull’equo compenso), ci sono comunque due decreti a cui fare riferimento per la determinazione dei compensi: un decreto del 2012 (d.m. 140 del 20 luglio 2012) per le parcelle nei lavori privati (come una ristrutturazione) e del 2016 (d.m. “parcelle” 17 giugno 2016).
Secondo questi decreti il costo dei servizi di un architetto si calcola in percentuale sull’importo dei lavori ed è commisurata alle prestazioni che svolge.
Modalità di calcolo della fattura dell’architetto
Mi spiego meglio: le prestazioni sono tabellate e divise per vari gradi di progettazione (preliminare o di massima, definitiva, esecutiva e direzione lavori).
In ognuna di questi gradi di progettazione ci sono tantissime possibili prestazioni (dalle più banali che sono disegni, relazioni, computi metrici, alle più complesse come relazioni specialistiche, sicurezza, etc.).
Inoltre sono divise per tipologia di lavorazione: per semplificare opere edili, strutture e impianti.
Combinando tutti questi parametri con l’importo dei lavori si ottiene la parcella del tuo tecnico.
La situazione reale
La realtà però è, come abbiamo già detto, che questi riferimenti di legge non sono obbligatori (almeno nel settore privato che è quello in cui ti muovi tu), pertanto tutta questa complessità viene un po’ a cadere (soprattutto nelle ristrutturazioni).
quando cercherai un progettista a cui chiedere il preventivo per la progettazione e direzione lavori della ristrutturazione di casa tua, avrai sostanzialmente a che fare con tre tipologie di tecnici.
- Chi ti chiede pochissimo perchè “in qualche modo bisogna campare”;
- Chi continua a riferirsi alle parcelle professionali;
- Chi ti spara prezzi spropositati perchè ha raggiunto un livello di prestigio e una quantità di lavori che gli permette di fare selezione.
La terza categoria è sicuramente la più esigua (morente direi) mentre la prima è sicuramente la più ampia. Ed è quella peggiore per te…
Il motivo è che ogni persona al mondo che venga sottopagata per il proprio lavoro lo farà male e svogliatamente. Quindi ci saranno maggiori rischi di errori burocratici, di progettazione e poca cura durante l’esecuzione dei lavori (in prartica lascia fare tutto all’impresa…).
Ricordati che il prezzo non può essere l’unico parametro da tenere in considerazione nella scelta del tecnico.
La scelta del progettista funziona esattamente come la scelta dell’impresa edile: non è il prezzo più basso che ti da l’effettivo costo più basso. Un tecnico che si “svende” potrebbe costarti molto più caro in termini di risultato finale.
Facciamo un inciso
Quanto guadagna un tecnico su una parcella di € 10.000? Scopri dove vanno i soldi della fattura del tuo architetto…
In questo riquadro mi addentro in un mondo paludoso in cui è il caso di muoversi coi piedi di piombo: quello della fiscalità.
Vorrei solo farti capire quanto una spesa grande per te si potrebbe tradurre in un guadagno piccolo per il tuo tecnico.
Naturalmente il valore di € 10.000 di cui parliamo è solo ipotetico e lo uso per semplicità di calcolo.
I tecnici, come tutti i liberi professionisti, possono aderire a due regimi fiscali: quello forfettario (per redditi fino a 85.000€) e quello normale.
Il primo è oggettivamente conveniente perché non prevede l’Iva e prevede di pagare il 15% di tasse sul 78% dei redditi. Questo 22% (100-22=78) sono le spese forfettarie che considera lo stato per questa tipologia di attività. Chiaramente non si possono detrarre le spese realmente sostenute che, per esperienza personale, solitamente nel nostro settore sono tra il 30% e il 35%.
Si tratta di un regime a cui aderiscono in molti ma non sempre conveniente e non sempre possibile. Comunque facciamo due conti.
10.000€ con il regime forfettario
Sui 10.000€ di parcella non c’è l’iva ma il tecnico deve aggiungere il 4% quae contributo previdenziale previsto per legge (5% per i geometri). Quindi il cliente finale avrà una fattura di 10.400€.
Su questa somma il tecnico paga il 15% di tasse sul 78% della fattura, quindi: 1.216,8€
Le spese che sosterrà il tecnico (software, affitti, utenze, spostamenti, etc.) abbiamo detto che ammontano a circa il 30% (su 10.000€), quindi: 3.000€
Poi deve pagare la cassa pensionistica (per gli architetti e ingegneri è Inarcassa ad esempio), che è pari al 18%: 1.800€ (a cui togliamo 400€ inserito in parcella – il 4% di cui sopra), quindi 1.400€.
Questi i conti del salumiere quindi: tu paghi 10.400€, il tecnico guadagna 10.400 – 1.216,8 – 3.000 – 1.400 = 4.783,2€
Tanti soldi? Dipende da quanto lavora per te…comunque oltre il 50% se ne va per motivi vari.
10.000€ con regime ordinario
In questo caso alla parcella di 10.000€ vanno aggiunti IVA (22%) e Contributo Pensionistico (4%). Quindi la fattura aumenterà fino a € 12.688,00.
Sono tanti soldi vero? Vediamo però cosa succede a questi soldi una volta in mano all’architetto. Faremo molte semplificazioni, ma non ci discosteremo dalla realtà.
Partiamo subito dalle spese perché sono importanti per calolare il tutto. Abbiamo detto poco fa a quanto ammontano mediamente, provo a riassumerti (brevemente) quali sono: l’affitto dello studio, le utenze, i computer e le stampanti (che vanno regolarmente sostituiti), le licenze dei principali programmi, carta, cartucce e consumabili vari in gran quantità (anche se ora meno), le trasferte per andare nei cantieri e negli uffici pubblici, la formazione obbligatoria, etc.
Abbiamo detto che costi mediamente impattano sull’imponibile per almeno il 30%, quindi anche in questo caso devi sottrarre alla fattura che ti ha fatto il tuo tecnico € 3.000,00.
Tasse: supponiamo che il tuo tecnico rientri nel terzo scaglione di tasse (quello che va da € 15.000 a € 28.000 lordi annui – che è uno scaglione di reddito senza senso per rimanere nel regime ordinario, ma alle volte si è costretti), pagherà un’aliquota di tasse del 25% sull’utile (imponibile – spese), quindi leviamo 1.750€ (su 10.000€ – 3.000€=7.000€);
Contributo pensionistico: abbiamo detto essere del 18% sull’imponibile della parcella (10.000€): 1.800€ – 400€ che sono stati caricati sulla parcella, 1.400€.
C’è l’IVA poi che viene totalmente restituita allo Stato. In questo caso si calcola sulle somme al netto delle spese, quindi il 22% di 7.000€ (ci sono beni a iva agevolata, ma facciamo una semplificazione): quindi togliamo i primi € 1.540,00;
Lasciamo perdere altre tasse varie come l’IRAP che grava su studi associati e andiamo a fare i conti finali (sempre della serva).
Tu pghi una fattura di 12.688€, al tecnico rimarrano in tasca: 12.688 – 3.000 – 1.750 – 1.400 – 1.540 = 4.998€
Ancora una volta sono conti del salumiere, perché basta che il tuo tecnico abbia un imponibile lordo superiore ai 28.000€/anno che le tasse schizzano al 38% aumentando di quasi 1.000€
Lo so che 28.000€ all’anno possono sembrare tanti ma se il misto pressione fiscale e spese incide per oltre il 50% si riducono ad un guadagno mensile di circa 1.000€…
Questi non pretendono di essere conti precisi, ma serve per farti capire i reali termini del gioco.
Il tecnico ti dedicherà gran parte del suo tempo durante la fase della progettazione, seguirà regolarmente il cantiere per molti mesi, caricandosi di molte responsabilità civili e penali, e naturalmente metterà a tua disposizione una elevata professionalità acquisita negli anni. E nella maggior parte dei casi non è ricco.
QUANTO DEVO PAGARE IL TECNICO? IL PREVENTIVO DELL’ARCHITETTO!
La parcella che ti sottoporrà il tuo tecnico sarà calcolata in due modi:
- Ad importo fisso
- A percentuale sull’importo dei lavori

Lo so che tu preferiresti una parcella ad importo fisso: sapere subito quanto ti costerà il tecnico “tutto compreso” è molto più pratico. Ricordati però che qui non stai acquistando un forno ma una prestazione intellettuale, quindi ci sono variabili difficilmente ponderabili prima di cominciare realmente a progettare che potrebbero far aumentare il lavoro che deve svolgere il tecnico. Per questo motivo i tecnici solitamente preferiscono darti delle parcelle in percentuale rispetto a quanto costeranno i lavori di casa tua. Che poi è anche come vengono calcolate le parcelle secondo i due decreti che ti ho citato poco fa.
A mio modo di vedere questo modo di calcolare la parcella tutela nel migliore dei modi sia il tuo tecnico che te…anche se mi rendo conto che a prima vista potrebbe sembrare il contrario. Infatti le obiezioni che vengono mosse più spesso a questo modo di calcolare la parcella sono:
- posso sapere solo alla fine quanto mi costerà il tecnico?
- e se io scelgo un pavimento che costa tanto poi il tecnico guadagna anche sulla differenza di costo?
Sul primo punto in parte è vero, non saprai di preciso quanto guadagna il tuo tecnico almeno fino a quando non è stato redatto il progetto esecutivo. Anche se un tecnico con un po’ di esperienza è in grado di ipotizzare in modo approssimativo ma abbastanza preciso l’importo della tua ristrutturazione fin dalle prime fasi del progetto. Almeno abbastanza esatto per poterti fornire un preventivo molto vicino a quello finale del costo della progettazione.
In ogni caso, dopo aver realizzato un primo progetto sarà in grado di elaborare un computo avvalendosi dei prezziari regionali, ottenendo un valore del costo della tua ristrutturazione sufficientemente attendibile per calcolare in modo definitivo la sua parcella.
In questa fase non si tiene conto della piastrella pregiata o del sanitario particolarmente costoso ma si lavora sui prezzi medi di realizzazione delle opere. Così anche il problema dei materiali che scegli viene aggirato.
Naturalmente se cerchi soluzioni particolari che richiedono un maggiore approfondimento da parte del tuo tecnico dovresti comunicarglielo fin da subito (ad esempio arredi su misura) perchè è giusto che eventuale lavoro aggiuntivo gli venga pagato…
Se invece non hai esigenze particolari la maggior parte dei tecnici, nel momento in cui ha sotto mano gli elementi basilari (una piantina catastale con la superficie, i tuoi desideri e un’ipotesi degli interventi indispensabili) è in grado di fare una valutazione molto rapida del possibile valore della ristrutturazione ed è in grado di darti un preventivo della progettazione nel giro di pochi giorni, applicando appunto gli importi percentuali.
Che percentuali devo aspettarmi? Fattori che influenzano il costo della fattura di un architetto
Non ti posso dare dei valori esatti: ogni tecnico si muove in modo autonomo (soprattutto ora che non ci sono le tariffe minime) e tra una zona e l’altra d’Italia tali percentuali possono variare anche notevolmente.
Nel preventivo che ti verrà presentato il tecnico prevede quasi sempre due macro-voci:
- la progettazione
- la direzione lavori
Queste due voci vengono calcolate a percentuale, mentre possono essere presenti altre voci secondarie che spesso vengono forfettizzate su importi fissi o inseriti direttamente all’interno della percentuale prevista. Stiamo parlando ad esempio di:
- relazione sul contenimento dei consumi energetici
- attestato di prestazione energetica
- riaccatastamento
- coordinamento della sicurezza
- assistenza alla scelta dei materiali (vieni accompagnato dai fornitori a scegliere le finiture)
Dati tutti questi elementi mediamente la parcella per la progettazione che ti verrà sottoposta per la ristrutturazione di casa tua dovrebbe attestarsi tra il 7% e il 12% dell’importo dei lavori.
Di cui:
- Per la progettazione una percentuale variabile tra il 4% e l’7%
- Per la direzione lavori una percentuale variabile tra il 3% e il 5%
PS: Quello che generalmente sta fuori da queste percentuali è il coordinamento della sicurezza che può essere un importo aggiuntivo che va dall’1,5% fino al 5% (raramente).
PPS: Quasi sempre tutto quello che attiene la progettazione dell’impianto di riscaldamento e l’efficientamento energetico viene svolto da un tecnico specializzato in questo settore.
Quindi il preventivo del tecnico sarà solo una percentuale?
No, probabilmente alla percentuale il tecnico nella maggior parte dei casi ti darà anche un valore in euro, che lui avrà valutato congruo facendo le considerazioni che abbiamo appena visto.
Ti fornisce una cifra perchè sa benissimo che i committenti vogliono dei numeri (e da un lato hanno perfettamente ragione) e quindi sarà più facile per lui accaparrarsi il lavoro in quel modo.
Ti do un consiglio: insieme all’importo chiedigli anche di inserire a che percentuale dei lavori si riferisce. Nel momento in cui ti fa il preventivo non esiste ancora nessun progetto e l’importo è stato valutato solo sull’esperienza. Questo ti consentirà di avere un parametro in più di riferimento per capire se quanto ti viene proposto è troppo alto o è troppo basso.
COME FACCIO IO: LA PARCELLA MISTA
Voglio raccontarti brevemente il tipo di parcella che propongo sempre ai miei clienti.
Mi rendo conto che comunicare solo una percentuale possa spaventare un committente perchè non ha ancora idea realmente di quanto costeranno i lavori. Mentre fornire un preventivo con un prezzo finito può portare al dubbio di dover pagare di più per la progettazione di lavori che poi costeranno di meno.
Per questo motivo nei miei preventivi prevedo una parte con costi fissi e una seconda parte a percentuale.
In sostanza offro ad un importo fisso la fase di progettazione preliminare in cui fornisco anche una valutazione di massima dei costi per la realizzazione delle opere insieme ad un prospetto completo di tutte le spese. Tale importo lo calcolo sulla base della dimesione dell’appartamento e su un sopralluogo in cui raccolgo dati sullo stato dell’immobile e soprattutto sui desideri dei clienti.
Tutta la restante parte, quindi la progettazione di dettaglio, la preparazione delle pratiche edilizie e la direzione lavori le offro a percentuale, naturalmente tenendo conto di quanto mi è già stato pagato per la prima fase di progettazione.
Operando in questo modo, con una spesa iniziale contenuta, riesco a portare subito i miei clienti sulla giusta strada per valutare le opere da eseguire in base al budget. Di conseguenza è possibile anche scalare tutte le spese accessorie, tra cui la mia parcella.
Ritengo fondamentale farti un’ultima raccomadnazione: è di estrema importanza che tu ottenga il preventivo prima di far partire qualsiasi processo di progettazione e di accettarlo con la stipula di un contratto di incarico in cui chiarisci tutto quello che deve fare il tuo tecnico. In caso contrario potresti trovarti veramente brutte sorprese nel momento in cui il tecnico ti presenterà la parcella.
POSTFAZIONE: COSA NON FA IL TECNICO

Probabilmente non lo conosci ma quello nella foto è uno dei più importanti architetti del mondo: Frank Ghery (sono suoi il Gughenneim di Bilbao e la Diseny Concert Hall di Los Angeles). Credo che la foto rappresenti bene la reazione di ogni tecnico di fronte ad alcune richieste.
In queste poche righe voglio chiarire cosa non devi pretendere dal tuo tecnico. Approfondiremo meglio questo argomento in altri articoli ma poichè sono aspetti che rientrano nella parcella per la progettazione e direzione lavori credo sia opportuno anticiparli.
Il preventivo del tecnico non è il preventivo dell’impresa
Un punto forse banale ma che spesso manda in confusione i committenti: quando chiedi il preventivo al tecnico gli stai chiedendo “quanto vuoi essere pagato per progettarmi la casa?”, non “quanto costeranno i lavori di casa mia?”. Questa è una fase successiva in cui il tecnico ha già iniziato a lavorare e vorrà essere pagato per farti sapere il costo dei lavori…
Il tecnico non è un impresario
Non è suo compito coordinare tutti gli artigiani che tu chiamerai a svolgere i lavori in casa tua.
Capita troppo spesso infatti che i committenti, credendo di risparmiare, affidino i lavori di ristrutturazione a più artigiani e poi pretendano che sia il Direttore dei Lavori a coordinare il tutto.
Per fare questo tipo di lavoro ci vuole un’esperienza che il tuo tecnico non ha e che non gli è richiesta: il suo unico compito durante i lavori è verificare che tutto quanto è stato progettato venga eseguito a regola d’arte. Ma non deve assolutamente decidere lui quando chiamare il muratore, l’elettricista o l’idraulico. Per questo è essenziale che tu affidi ad un’unica impresa tutti i lavori e la loro gestione.
Il tecnico non è il direttore di cantiere
Anche qui parliamo di direzione lavori.
Capita spesso che i committenti pretendano che il Direttore dei Lavori sia costantemente in cantiere a fare da “sorvegliante” degli operai. In particolare quando sorge un problema imprevisto la frase tipica è “tu dovevi stare in cantiere! perchè non c’eri?”.
La risposta che riceverai è “Perchè non era mio compito”. Esiste una figura interna all’impresa che è responsabile “dell’organizzazione, della gestione e della conduzione del cantiere, […] mantiene i rapporti con la Direzione dei Lavori, […]”. Non sono parole mie ma del Codice degli appalti pubblicato il 18 aprile 2016 che definisce il ruolo del Direttore Tecnico di Cantiere.
Questa figura, che è un dipendente dell’impresa, è fondamentale in tutti i cantieri e per ogni problema è il riferimento sia tuo che del direttore dei lavori. Infatti il direttore dei lavori non può dare ordini direttamente agli operai perchè non sono suoi dipendenti. Lui può dare disposizioni solo al Direttore Tecnico di Cantiere che è la figura di collegamento con l’impresa.
APPROFONDISCI E TROVA IL TECNICO GIUSTO (pagandolo il giusto)
In questo articolo abbiamo sfondato la superficie dell’argomento. Ci sono tante altre cose che dovresti sapere in merito non solo alla parcella del tecnico ma anche a quali sono le professionalità necessarie in una ristrutturazione, cosa fanno, come individuarle e quanto pargarle.
Si tratta di informazioni avanzate che servono solo a chi vuole prendere veramente in mano la propria ristruttuazione ed avere la consapevolezza costante di andare nella direzione giusta.
Per questo le ho inserite nel mio manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi” che puoi acquistare da questa pagina (potrebbe esserci qualche offerta in corso, quindi oltre al manuale potresti vedere altri strumenti nell’offerta):
Ristruttura la tua casa in 7 passi
Se vuoi pianificare e gestire la tua ristrutturazione nel modo corretto è tutto quello di cui hai bisogno.